Via di fuga

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Lasciami una via di fuga,
per quando mi stancherò.
Prestami un respiro,
per quando avrò bisogno.
Guardami negli occhi,
stringimi le mani,
parlami all’orecchio,
insegnami l’ovvio,
lascia che mi ci abitui,
dammi fiducia,
tanto tu resti.
Fai la conta con le dita contando chi rimane,
io fisso il tuo cielo separato dai miei dubbi.
Scaviamo una via di fuga,
per quando ci stancheremo.
Che sia d’inverno,
che sia d’estate,
“abbracciami che ho freddo”.
Mostrami una via di fuga per quando rimpiangerò,
ciò che sono stato,
ciò che ho fatto,
quello che ho ascoltato,
le mie stesse cicatrici.
Per dormire vicino al mare ci vuole coraggio,
lo stesso che serve per ricominciare,
ma dormirei anche senza fuoco in mezzo ai predatori,
se conoscessi la tua protezione.
Lasciami una via di fuga,
per quando avrò paura,
per quando sarò debole,
per quando non saprò che fare,
per quando sarò colpito,
ogni giorno.
Aiutami a fuggire.

Andrea Abbafati

 

 

Turno di notte

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Dall’alba al tramonto,
di giorno e di notte.
Di sera, la sveglia che ricorda,
è ora di dormire.
Si azzerino i pensieri,
spariscano le paure,
il caldo che ricopre le dita intorpidite.
Un sonno non tranquillo,
“speriamo che mi sveglio!”,
coi fantasmi già sul letto che aumentano di peso.
E appena apri gli occhi già comincia la giornata,
la passione, i bei sogni, tutto quanto accantonato.
L’abitudine vincente che ti illumina il percorso,
senza distogliere lo sguardo prosegui sempre dritto,
con la forza di un guerriero mai caduto da cavallo,
con la stanchezza del cavallo sempre sotto il suo padrone.
Cominci a pensare in anticipo, prima di tutti,
e quando loro accendono i pensieri tu sei già giunto a conclusioni.
Con la strada che ti parla e la pioggia tua grande amica,
puoi contare sul supporto di chi ti affianca fino a sera.
Disperato condottiero di una vita un po’ arrangiata,
disperditi nella notte, tra i colori del tuo cielo.
Dall’alba al tramonto,
di giorno e di notte,
che non sarebbe lo stesso senza la certezza,
che appena si fa giorno qualche pensiero sia anche per te.

Andrea Abbafati

 

Guarda come corro

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Guarda come corro,
un bimbo veloce.
Tra urla, pianti e sorrisi,
lancio tutti i “ti voglio bene” del mondo.
Lo prendi il mio cuore?
So che sarà al sicuro. Lo so.
Guarda come corro,
un atleta professionista.
Non esiste salita,
non esiste paura o rallentamento.
Mi fido di ciò che provo,
né sudore né dolore possono fermarmi.
Lo proteggi il mio cuore?
So che sarà al sicuro. Lo so.
Guarda come cado,
un perdente professionista.
Tra le risate della gente,
senza trucco né barzellette.
Mi bendi le ferite?
So che guariranno. Lo so.
Guarda come corro,
senza musica,
senza respiro,
nudo,
fatto di esperienza,
so già dove mettere i piedi.
Guarda come corro.
Guarda come cado.
Poi resta ancora a guardare.
Guarda come mi rialzo.

Andrea Abbafati