RacCorto n. 1 – Repulisti

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Prima regola per un ottimo ‘repulisti’: prendere appuntamento dal meccanico il giorno di riposo per sistemare un difettuccio al motore, presentarsi all’orario pattuito e ricevere la prima buca della giornata. “Ho il ponte rotto, non posso sollevarti la macchina. Ripassa un altro giorno”. Questo ti darà la scusa per riorganizzarti totalmente l’intera giornata, tra un’imprecazione e l’altra quando ti accorgi che mentre te ne vai il meccanico comincia a sollevare tranquillamente il ponte, ma non prima di un buon caffè. Quindi, come vuole la seconda regola per un ‘repulisti’ che si rispetti, vai dal primo bar che trovi sulla strada del ritorno, ordini un caffè e osservi la schiuma disegnarti qualche pensiero in testa mentre l’odore di caffè appena fatto si propaga per tutto il bar che sembra più che altro un autogrill di bassa lega, ed in quel momento ti ritorna in mente un pezzo di una canzone che hai ascoltato qualche giorno fa: “chi fa il caffè più buono anche nei peggiori bar”.
Sorseggi il caffè con calma, con la stessa calma che hai imparato ad utilizzare col tempo. Il caffè è una pausa, un punto di ripartenza; l’hai appreso dopo anni di esercitazione, ricordando quando svuotavi di corsa la tazzina trangugiandone il contenuto in fretta e furia perché avevi fretta di fare le cose di fretta per tornare a casa in fretta e poi lamentarti di stare sempre di fretta in una vita tutta di corsa.
Terza regola per un ‘repulisti’ da fare invidia: uscire dal bar dopo aver pagato alla cassa, incontrare una persona che conosci e tornare dentro nel bar per offrire il caffè. Sentirsi improvvisamente vuoti. La nostra vita è veramente collegata ad un bancone del bar? Ad un caffè pagato? Sentirsi strani, svuotati, mentre si attraversa la strada sulle strisce bianche sporche che ti ricordano quel candore di un tempo che pensi di non aver mai meritato e mentre pensi a come sistemare la giornata partita male per colpa del meccanico.
Quarta regola per il ‘repulisti’ perfetto: tornare a casa e sentirsi a disagio davanti all’armadio che esplode di disordine. Specchiarsi e vedere i capelli, la barba, i pensieri fuori posto. Aprire i cassetti e fargli vomitare ricordi, appunti, regali mai usati. Sentirsi quel cognome che pesa sulle spalle, le origini che ti hanno dato strette, i vestiti larghi e le scarpe consumate per le troppe corse.
Quinta regola per il ‘repulisti’ dell’anno: buttare tutto. Tre sacchi pieni di cose che non sono più tue. Vestiti sporchi di affetto, baci in fronte e serate passate con persone che mentre si allontanavano ascoltavano la loro canzone preferita, concentrandosi più sul ricordare le parole del testo che i ricordi vissuti insieme a te.
Sesta ed ultima regola del ‘repulisti’ che ti cambierà la vita: non farsi domande. Non domandarsi MAI il motivo che ti spinge a svuotarti e liberarti di qualcosa. O di qualcuno. Riconsegna libri, dvd, vestiti che ti sono stati prestati. Riconsegna ricordi, racconti, messaggi, avventure che hai vissuto con qualcuno o da solo, se ti appesantiscono. Repulisti. Repulisti sempre, ogni giorno. L’accumulo rallenta, e quelle buste nere non si riempiono da sole.
Ci sarebbe da fare un bel repulisti ogni giorno di ogni settimana di ogni mese di ogni anno di ogni vita, giusto per stare leggeri qualche secondo.
Io c’ho una vita da mettere a posto.
Comincerò dal guardaroba.
E dal cambiare meccanico.

Andrea Pepi Abbafati

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